>

venerdì 6 gennaio 2012

BIANCOROSSI PER SEMPRE - SASA' PER GLI AMICI !







Inizia con questo fantastico post/intervista, curata da Dario Dimastromatteo, (ex addetto stampa del Barletta Calcio) una rubrica che riteniamo possa essere a Voi gradita, sicuramente sarà molto gradita a chi segue il Barletta da più di qualche anno...


Il nostro obiettivo è ripercorrere gli ultimi 7-8 anni insieme a Voi ma con l'aiuto e i racconti diretti dei protagonisti, i giocatori che hanno indossato e "sudato" la maglia biancorossa fino a portare con se, nei loro cuori i valori, le emozioni e i brividi che solo il Barletta può donare.


Vi presentiamo BIANCOROSSI PER SEMPRE, abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Salvatore "Sasà" Manganaro !










Corre il mese di agosto del 2009. Il Barletta targato Checco Sfrecola ha da poco scongiurato l’esclusione dal torneo di 2^ Divisione ed il neo diesse Giuseppe Geria, giunto nella città della Disfida dopo l’inatteso annullamento del progetto Noicattaro, ha il difficile compito di allestire, in tempi brevi e con strettissimi vincoli di budget, una squadra in grado di guadagnarsi la permanenza nei tornei professionistici.
La strada a disposizione è una sola: affidarsi a giovanissimi, possibilmente con qualche gettone tra i professionisti in saccoccia, e reclutare ragazzi con un po’ di esperienza, poco esosi ed in cerca di riscatto. 


Al secondo parametro di ricerca risponde un ventiseienne calabrese che da poco ha
conquistato una tranquilla salvezza in Serie D con l’Hintereggio, ma che in passato qualche torneo nei professionisti, oltre al settore giovanile nella Reggina, l’ha disputato. Giuseppe Geria è un suo conterraneo e sa che scommettere su un ragazzo ammirato più volte sul campo e conosciuto per via indiretta al di fuori del rettangolo di gioco, grandi rischi non ne comporta. 


Accade così che nel ritiro di San Giovanni Rotondo, ad infoltire la rosa a disposizione di mister Sciannimanico, giunge Salvatore Manganaro. A giocarla, la scommessa, non è il solo Geria: “Sasà” veste Barletta con un contratto modesto e con poche possibilità di impiego pur di rilanciarsi nel calcio che conta. Il proseguo è a tutti noto: i biancorossi si renderanno protagonisti di gesta straordinarie e, complice qualche rinforzo consentito dall’ampliamento della compagine societaria, stracceranno i pronostici della vigilia ed approderanno alla semifinale play off


Al resto ci penseranno i soci Tatò, Sfrecola, Attimonelli, Divittorio e Daddato, abili a trasformare le gesta della squadra in rampa di lancio per il ripescaggio in Prima Divisione che, nell’Estate del 2010, sarà cosa fatta.


Dicevamo di Sasà. Ci abbiamo parlato a distanza di quasi due anni, o meglio lo abbiamo solo ascoltato, perché appena pronunciata la parola “Barletta”, l’oggi ventottenne di Melito Porto Salvo è sembrato uno straripante fiume in piena. Aspettava solo che gli si suggerisse la parolina magica, che con fierezza abbiamo capito rispondere al nome della nostra città.


Manganaro come stai? E’ Barletta che ti chiama.


“Barletta? No dai, mi viene da piangere. Che ricordo… Che città, che gente, che esperienza! Guarda non scherzo, a me Barletta manca tremendamente. Ci devo tornare, ci devo tornare…”


Sasà stai tranquillo, abbiamo bisogno che ci consenta di farti qualche domanda. Allora che si dice, dove ti trovi, cosa fai nella vita?


“Cosa faccio? Gioco a calcio, cosa volete che faccia – dice sorridente -. Sono tornato in Calabria da due anni, intensi, vissuti tra alti e bassi. Dopo Barletta sono stato alla Vigor Lamezia in 2^ Divisione con una vostra vecchia conoscenza: il mio amico Benedetto Mangiapane. Poi a metà stagione ho avuto la possibilità di passare al Messina, buona opportunità anche per avvicinarmi a casa in un momento poco felice per la mia famiglia. Risolto il contratto con la Vigor, problemi burocratici non mi hanno consentito di firmare per i siciliani. 
Una mazzata. 


E pensare che a Lamezia mi stavo esprimendo bene, giocando con continuità. 
Ah, sapete che mi è successo durante questa esperienza?
Sono stato in trasferta Brindisi e sono stato beccato dal pubblico locale che
mi accusava di essere barlettano. 
Bella accusa pensavo e rispondevo: si, sono barlettano. Forza Barletta, sempre!”


Chi ti conosce bene può ben immaginare. Dunque dopo Lamezia niente Messina giusto?


“Si, niente Messina. Sono rimasto fermo fino alla scorsa Estate, quando ho firmato per la squadra della mia città, ossia la Valle Grecanica. E indovinate chi è qui con me?”


Chi?


“Un vostro amico: Ike. Mamma che personaggio. E’ un bravo ragazzo, gli voglio bene e mi parla spesso bene della vostra città. E come non potrebbe…”


E alla Valle Grecanica come procede?


“Bene, sono a casa e indosso la fascia da capitano. La situazione di classifica non è facilissima, ma stiamo lottando per conservare la Serie D e consentire alla società di programmare una stagione importante il prossimo anno. Ce la faremo.”


Te lo auguriamo Sasà. Tornando a Barletta, ci è parso di capire che ne custodisci un bel ricordo.


“Bellissimo. E’ stata una parentesi unica, per tutti, frutto di un’autentica magia scatenata da un gruppo fantastico dentro e fuori dal campo. Tutti ci davano per spacciati all’inizio e tutti sanno poi com’è andata a finire. 
Che ricordo, mi vengono i brividi. Peccato non sia potuto dar seguito a quel progetto, ma il calcio è fatto così. Si va avanti.”


Qual è l’episodio che ricordi con maggiore piacere?


“Dentro o fuori dal campo?”


Dentro e fuori.


“Dentro, che ve lo dico a fare… Il pareggio di Brindisi in pieno extra recupero è indelebile ed è inciso nell’album dei ricordi più belli. 


Fuori invece mi viene in mente una serata passata con i compagni. Non che questo fosse un evento, visto che eravamo sempre tutti insieme, ma è la situazione che ricordo sorridendo: eravamo reduci da una festa a sorpresa organizzata per festeggiare il compleanno di Andrea Carozza
Al ritorno pensammo bene di farci un bagno nella fontana dinanzi alla stazione centrale. Che matti, pensavo. Ma eravamo noi e questo genere di uscite erano la nostra forza.”


E di quel gruppo con che compagno sei rimasto in contatto?


“Beh con molti. Sento spesso Cutrupi, ma ogni tanto anche i vari Sportillo, Muwana. Ho sempre grande piacere nel sapere come stanno e scambiare qualche battuta su quell’annata.”


Scommettiamo che segui con attenzione le gesta della squadra biancorossa.


“Sicuramente. A fine gara chiedo sempre il risultato del Barletta. E’ la mia seconda squadra al pari dell’Inter e mi auguro di cuore che riesca a salire in serie…”


Fermati Sasà, non lo dire.


“Vabbè va, ci siamo capiti. Davvero lo spero: so quanto la gente tenga alla squadra e quanta fame di calcio ci sia. Il mio è un augurio sincero.”


Insomma pazzo di Barletta, ma da queste parti le tue tracce oramai sembrano perdute.


“Non ho avuto modo e tempo per tornarci, ma lo farò presto. Spero in primavera di esaudire questo desiderio e salutare tanti amici che ricordo con affetto”.


In bocca al lupo Sasà, ti aspettiamo.


“Crepi ed in bocca al lupo a voi. Un grandissimo abbraccio a tutti. Siete nel mio cuore!




(Staff) Dario.





6 commenti:

  1. non vorrei sbagliarmi ma di sasà ricordo il bellissimo gol all'ultima prima dei playoff col monopoli. gran gollazzo.grande sasà

    RispondiElimina
  2. intanto michele mi sa che ha già vinto una birra in passato quindi per questa volta merita solo i nostri più sentiti complimenti :D

    Ma chi volesse vincere una birra può commentare qui scrivendoci in quale altra partita Manganaro ha messo a segno un gol molto bello e molto importante....

    vi diamo un indizio, il Barletta giocava in casa !

    RispondiElimina
  3. contro la cisco roma! ke goal

    RispondiElimina
  4. contro la cisco roma! ke goal

    RispondiElimina
  5. BIRRA AGGIUDICATA !

    RispondiElimina