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mercoledì 8 febbraio 2012

Crediamo NELLO Sprint!







E' arrivato l'esonero, ma solo dopo un'oscuro presagio tirato in ballo dalla nostra pagina Facebook. Marco Cari, a un anno e un giorno dalla prima vittoria sulla panchina biancorossa (quel fantastico 2-0 dello Zaccheria), lascia ufficialmente le redini di un Barletta ancora ingolfato.

Un anno fatto di grandi successi, come l'exploit di Benevento o la vittoria con l'Andria, ma anche di cocenti delusioni, vedi il doppio ko interno di ottobre e la sconfitta con l'Andria di 20 giorni fa. Nonostante le ultime prestazioni poco incoraggianti e gli screzi nati dopo quella fatidica dichiarazione di Trieste, ci sentiamo in dovere di ringraziare un tecnico che l'anno scorso ha salvato di forza una squadra alla deriva e che quest'anno, anche se più per demeriti degli avversari, lascia a ridosso della zona playoff.

Come spesso accade, voltiamo pagina e scopriamo il nuovo condottiero del Barletta. E' Nello Di Costanzo, ex allenatore di Benevento, Juve Stabia, Venezia, Messina, Ascoli e Padova. Ancora un tecnico romano per i biancorossi, che dovranno lavorare duramente per seguire i dettami tattici del nuovo tecnico, sostanzialmente diversi da quelli di Cari.

Il gioco di Di Costanzo si basa su un 4-4-2 applicato più volte dai tecnici della massima serie: il lavoro degli esterni rimanda al gioco di Del Neri con la Sampdoria, i cui laterali adottavano una spinta costante sui fianchi della difesa avversaria che terminava col cross dal fondo a pescare la punta, oppure con la triangolazione che mandava l'esterno in area per cercare il tocco dentro per la corrente del terminale offensivo.

Questo diktat non lascia spazio ad una soluzione rombica sulla mediana, composta secondo un allineamento in grado di sfruttare l'ampiezza orizzontale del campo. Le corsie laterali sono complementari: il terzino meno propenso alla spinta offensiva gioca sul versante del centrocampista esterno più dinamico e viceversa, in modo da poter contare su un'alta percentuale di sovrapposizioni per mandare in affondo uno dei due esterni.

I centrocampisti centrali, entrambi con requisiti tecnico-tattici di buon livello, partecipano alla manovra accompagnando l'azione e dettando le triangolazioni atte a creare superiorità numerica sulla corsa dei terzini o dei centrocampisti larghi.

Gli attaccanti, anche in questo caso di carattere tattico eterogeneo, svolgono due compiti precisi: la prima punta deve dimostrarsi pura, quindi con un buon fiuto del gol mixato a forza fisica e senso della posizione in fase di non possesso. La seconda punta deve possedere le qualità per fornire l'ultimo passaggio, la velocità per saltare l'uomo e una buona tecnica di tiro dalla distanza.

Essendo abituati ad un gioco ben diverso da questo, non tutti i giocatori sembrano rispondere alle richieste e alla mentalità di Di Costanzo: il 51enne coach della capitale dovrà fare di necessità virtù e sarà costretto a sfruttare al meglio quello che ha a disposizione per queste 12 giornate. Considerando che ha già allenato Schetter a Messina e Romondini a Venezia, è già un passo avanti.

Per ampliare il bagaglio tecnico del nuovo mister biancorosso, vi rimandiamo alla sua tesi per il Master conseguito a Coverciano.



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